Malizia sul fiume Trebbia, la commedia sexy che fece arrossire Rivergaro e Rivalta

Michele Borghi
Michele Borghi
February 18, 2025|108 giorni fa
Malizia sul fiume Trebbia, la commedia sexy che fece arrossire Rivergaro e Rivalta
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Cinquant’anni fa l’estate più bollente di Rivergaro. I ragazzi dell’epoca se la ricordano ancora. Andavi in piazza e potevi incontrare Jenny Tamburi, Simonetta Stefanelli, Juliette Mayniel e Edy Williams. Entravi al bar e prendevi il caffè con Michele Placido e Renzo Montagnani. Grazie al successo di “Malizia” (1973), il filone della commedia erotica esplose al punto di rotolare da Cinecittà fino al Trebbia.
Nel 1974, fu il regista Bruno Gaburro a trasformare in un set il suo paese d’origine, riempiendolo di attrici belle e sexy. Il film è “Peccati in famiglia”, uscito nelle sale quasi un anno più tardi (a Piacenza “eccezionale prima” al Plaza). I ciak proseguirono al castello di Rivalta, portando un bel carico di goliardia e situazioni boccaccesche – conferma il conte Orazio Zanardi Landi – tra quelle nobile stanze. «Mai vista tanta bellezza tutta insieme. Il cantiniere perse letteralmente la testa per la Williams. Mentre io ho ballato con la Mayniel, ero una comparsa nella scena della festa nella villa di Marchetti. Quando andammo al cinema per la première, la pellicola si rivelò più spinta del previsto. Soprattutto la parte ambientata al castello (trasformato per esigenze di copione nella residenza del ricco industriale Montagnani, ndr), infatti mio padre non la prese bene», sorride il conte dopo mezzo secolo. I nudi e le situazioni scabrose oggi fanno quasi tenerezza, ma nel 1975 la censura bollò il film con il divieto ai minori di 18 anni (la versione che passa spesso in tv dovrebbe quindi essere tagliuzzata).
La famiglia Zanardi Landi prestò pure il fuoristrada in bella mostra nelle scene dei bagni nel Trebbia: «In realtà l’estate era finita e gli attori al fiume dovevano tenere un cubetto di ghiaccio in bocca per nascondere la condensa del fiato», prosegue Zanardi Landi. Il conte rievoca anche l’incredibile parentesi horror durante una pausa delle riprese: «Siamo andati tutti in trasferta a Milano per vedere “L’esorcista” al cinema, in quel periodo non si parlava d’altro ed eravamo molto curiosi. La serata contribuì a cementare il feeling con la troupe. Insomma, come avrete capito, ci siamo divertiti parecchio. Ogni tanto da amici comuni mi arrivano i saluti di Placido, all’epoca esordiente, molto preso dalla Stefanelli appena uscita dal successo del “Padrino” di Coppola».
Il flano pubblicato all’epoca nelle pagine degli Spettacoli di Libertà
Per quanto riguarda la piazza di Rivergaro, in vetrina fin dai titoli di testa, sulle note dei fratelli De Angelis, è Claudio Malacalza ad aprire il cassetto dei ricordi: «Che periodo incredibile per noi giovani del paese e per i villeggianti. L’atmosfera era elettrizzante, all’epoca abitavo sopra il bar Nazionale e avevo la troupe praticamente in casa. Giocavamo al biliardo con Placido, un ragazzo pure lui: giravano le voci di una simpatia per la collega Stefanelli, futura moglie e madre di Violante. Montagnani, così esuberante nei film, era invece molto riservato. Ma noi ventenni eravamo incantati dagli occhi luminosi della Mayniel (mamma di Alessandro Gassmann, ndr)».
Al contrario di molti coetanei, Malacalza non ha fatto la comparsa, «però all’inizio del film spicca la mia Fiat 500 gialla parcheggiata in piazza. Che ridere quando siamo andati al cinema a Piacenza per rivederci. Per me non è stato il primo set, dieci anni prima ero a Bobbio quando Marco Bellocchio girava “I pugni in tasca”, il suo film d’esordio».
Gaburro girò le sequenze più piccanti non solo nel castello di Rivalta ma anche in riva al Trebbia, non a caso Malacalza ricorda un set blindato lungo il fiume.
“Peccati in famiglia” ebbe un buon riscontro di pubblico nelle sale e ha portato Rivergaro e Rivalta in giro per il mondo: la pellicola è nota all’estero come “Scandal in the family”, “Pecando en familia”, “Péchés en famille” e “Sins within the family”. In Germania, incredibilmente, i distributori titolarono “Sommernächte… und alle grillen lachen”, ovvero “Notti d’estate… e tutti i grilli ridono”. Non chiedeteci perché.
di Michele Borghi

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