Sostenere la cooperazione, da Piacenza un fronte femminile per la campagna 0,7%
Per ora è un’ipotesi, ma le onorevoli Paola De Micheli e Elena Murelli si sono mostrate interessate alla proposta lanciata dalla presidente di Focsiv Ivana Borsotto
Elisabetta Paraboschi
May 13, 2025|22 giorni fa

Da Piacenza un fronte femminile per sostenere la campagna 0,70 per cento? Per ora è un’ipotesi, ma le onorevoli Paola De Micheli e Elena Murelli si sono mostrate interessate alla proposta lanciata dalla presidente di Focsiv Ivana Borsotto di sostenere la campagna per chiedere che le nazioni del cosiddetto “Occidente industrializzato” destinino lo 0,7 per cento del proprio prodotto interno lordo alla cooperazione. L’occasione è stata l’ultimo incontro del Laboratorio di mondialità consapevole svoltosi all’Università Cattolica: “La campagna è nata tre anni fa dall’Onu - spiega Borsotto - negli anni i Paesi occidentali hanno destinato una quota variabile alla cooperazione: tre anni fa eravamo allo 0,22 per cento, poi è salita allo 0,31 e adesso siamo allo 0,28: all’appello mancano 5 o 6 miliardi”.
Da qui la campagna sostenuta da Focsiv e da tutta la cooperazione internazionale: “Noi non vogliamo criticare il nostro Paese, ma costruire una consapevolezza trasversale e siamo fiduciosi nelle istituzioni - spiega Borsotto rivolgendosi a De Micheli e Murelli - siamo consapevoli della situazione complessa, anche se non è mai il tempo giusto per la cooperazione internazionale, e proprio per questo abbiamo chiesto di arrivare progressivamente nel 2030 allo 0,70. Sarebbe importante riuscire a creare un fronte femminile in Parlamento sulla campagna che partisse proprio da Piacenza”.
La serata, promossa in collaborazione con la Cattolica e diverse realtà (Africa Mission Cooperazione e Sviluppo, Emergency, Mondo Aperto, Progetto Mondo, Medici senza frontiere, Piccolo Mondo e Amnesty), si è focalizzata sui concetti di cooperazione internazionale e mondialità consapevole: “La cooperazione internazionale sostiene che la solidarietà è la chiave per stare al mondo - fa presente Borsotto - in Italia è nata con l’idea che la politica estera non la fanno solo gli stati, ma la facciamo anche noi”.
“È riconoscere le economie e le culture dei diversi Paesi - spiega Murelli - non sfruttare, ma realizzare dei progetti integrati”. “È sentirsi addosso la responsabilità di un destino comune - sottolinea De Micheli - il mondo diventa sempre più piccolo e questo ci obbliga ad avere una consapevolezza che parte dal singolo”.