Caso-scommesse: 13 calciatori indagati, c'è anche Fagioli
Indagine penale della Procura di Milano per i fatti risalenti al periodo 2021-2023, per i quali il piacentino ha già subito la squalifica sportiva
Redazione Online
April 11, 2025|71 giorni fa

Nicolò Fagioli con la maglia della Juventus: il piacentino giocava con i bianconeri all'epoca dei fatti contestati
Nuovi guai per Nicolò Fagioli, il centrocampista piacentino ex Juventus che ha scontato una squalifica sportiva di sette mesi dopo essere stato scoperto a scommettere su siti illegali.
Proprio partendo da quanto trovato nel suo telefono e in quello di Sandro Tonali (altro giocatore che ha scontato un lungo stop sportivo), la Procura e la Guardia di finanza di Milano hanno sviluppato un'indagine che oggi è arrivata a una prima conclusione, con il sequestro di oltre un milione e mezzo di euro a cinque persone e a una società per "esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, riciclaggio e responsabilità amministrativa degli enti". Sono stati anche notificati, nell'inchiesta dei Pm Paolo Filippini e Roberta Amadeo, "decreti di fissazione di interrogatorio preventivo" davanti al gip, dopo la "richiesta di applicazione" dei domiciliari per i cinque indagati.
Nell'inchiesta ci sono anche 13 calciatori indagati a vario titolo per per avere giocato sulle piattaforme illegali di scommesse e poker e per averle pubblicizzate tra altri calciatori. I fatti risalgono al periodo 2021-2023, non riguarderebbero partite di calcio. Si tratta di Nicolò Fagioli, poi Sandro Tonali, Alessandro Florenzi, Nicolò Zaniolo, Mattia Perin, Weston McKennie, Leandro Paredes, Angel Di Maria, Raoul Bellanova, Samuele Ricci, Cristian Buonaiuto, Matteo Cancellieri e Adames Hector Junior Firpo.
Proprio partendo da quanto trovato nel suo telefono e in quello di Sandro Tonali (altro giocatore che ha scontato un lungo stop sportivo), la Procura e la Guardia di finanza di Milano hanno sviluppato un'indagine che oggi è arrivata a una prima conclusione, con il sequestro di oltre un milione e mezzo di euro a cinque persone e a una società per "esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, riciclaggio e responsabilità amministrativa degli enti". Sono stati anche notificati, nell'inchiesta dei Pm Paolo Filippini e Roberta Amadeo, "decreti di fissazione di interrogatorio preventivo" davanti al gip, dopo la "richiesta di applicazione" dei domiciliari per i cinque indagati.
Nell'inchiesta ci sono anche 13 calciatori indagati a vario titolo per per avere giocato sulle piattaforme illegali di scommesse e poker e per averle pubblicizzate tra altri calciatori. I fatti risalgono al periodo 2021-2023, non riguarderebbero partite di calcio. Si tratta di Nicolò Fagioli, poi Sandro Tonali, Alessandro Florenzi, Nicolò Zaniolo, Mattia Perin, Weston McKennie, Leandro Paredes, Angel Di Maria, Raoul Bellanova, Samuele Ricci, Cristian Buonaiuto, Matteo Cancellieri e Adames Hector Junior Firpo.
Dagli atti giudiziari emerge che Fagioli, oggi alla Fiorentina, e Tonali, ora al Newcastle, "oltre ad aver effettuato numerose scommesse" sulle piattaforme illegali, avrebbero ricoperto il ruolo "di collettori di scommettitori" e sarebbero stati "remunerati con bonus sui propri conti di gioco" e con riduzione dei debiti. I due, infatti, sono indagati per una contestazione che riguarda anche la "pubblicità" data al giro di scommesse illegali, mentre tutti gli altri come "meri scommettitori".
Fagioli e i quasi 700mila euro
Pagavano i debiti di gioco con bonifici ad una gioielleria, fingendo di acquistare Rolex e altri orologi di lusso, i calciatori coinvolti nell'indagine della procura di Milano su un presunto giro di scommesse illegali. I calciatori, secondo l'accusa, prima si vedevano fare credito dagli organizzatori delle scommesse; quando il debito si faceva oneroso, venivano indirizzati alla gioielleria affinché in apparenza pagassero con bonifici perfettamente tracciabili il prezzo degli orologi, che restavano in negozio nella disponibilità degli organizzatori, mentre gli sportivi uscivano solo con la fattura emessa a fronte dell'acquisto simulato.
Si chiama Elysium Group la società titolare della gioielleria che, secondo gli inquirenti, fungeva da "banca", ricevendo sui propri conti i bonifici bancari “a copertura dei debiti contratti dai giocatori”. Stando alla ricostruzione, Fagioli avrebbe pagato 693 mila euro, Florenzi 155 mila, Tonali 57 mila.
È stato accertato che Fagioli "per far fronte al pagamento dei debiti di gioco, si sia avvalso, oltre che delle proprie disponibilità, di prestiti in denaro concessi da altri", tra cui Federico Gatti, difensore della Juventus e suo ex compagno di squadra e che non è indagato. Negli atti, infatti, figurano anche i nomi di tanti altri sportivi e calciatori, non indagati, che avrebbero, in sostanza, coperto le perdite di quelli che scommettevano, come appunto Gatti per Fagioli. Soldi al centrocampista erano stati dati anche da alcuni amici piacentini, il cui nome emerge dagli atti. Nessuno è indagato.
La carta di credito di Fagioli era stata lasciata a disposizione della gioielleria, dove era custodita in cassaforte. Lo si evince dal decreto con cui oggi sono stati sequestrati circa 1.5 milioni di euro a Elysium Gropup.
Pagavano i debiti di gioco con bonifici ad una gioielleria, fingendo di acquistare Rolex e altri orologi di lusso, i calciatori coinvolti nell'indagine della procura di Milano su un presunto giro di scommesse illegali. I calciatori, secondo l'accusa, prima si vedevano fare credito dagli organizzatori delle scommesse; quando il debito si faceva oneroso, venivano indirizzati alla gioielleria affinché in apparenza pagassero con bonifici perfettamente tracciabili il prezzo degli orologi, che restavano in negozio nella disponibilità degli organizzatori, mentre gli sportivi uscivano solo con la fattura emessa a fronte dell'acquisto simulato.
Si chiama Elysium Group la società titolare della gioielleria che, secondo gli inquirenti, fungeva da "banca", ricevendo sui propri conti i bonifici bancari “a copertura dei debiti contratti dai giocatori”. Stando alla ricostruzione, Fagioli avrebbe pagato 693 mila euro, Florenzi 155 mila, Tonali 57 mila.
È stato accertato che Fagioli "per far fronte al pagamento dei debiti di gioco, si sia avvalso, oltre che delle proprie disponibilità, di prestiti in denaro concessi da altri", tra cui Federico Gatti, difensore della Juventus e suo ex compagno di squadra e che non è indagato. Negli atti, infatti, figurano anche i nomi di tanti altri sportivi e calciatori, non indagati, che avrebbero, in sostanza, coperto le perdite di quelli che scommettevano, come appunto Gatti per Fagioli. Soldi al centrocampista erano stati dati anche da alcuni amici piacentini, il cui nome emerge dagli atti. Nessuno è indagato.
La carta di credito di Fagioli era stata lasciata a disposizione della gioielleria, dove era custodita in cassaforte. Lo si evince dal decreto con cui oggi sono stati sequestrati circa 1.5 milioni di euro a Elysium Gropup.
L'indagine
La Sezione di Polizia Giudiziaria-Aliquota Guardia di Finanza della Procura ha eseguito "un decreto di sequestro preventivo nei confronti di cinque persone fisiche e una persona giuridica emesso dal gip per complessivi euro 1.533.753". Dalle indagini è emerso "un gruppo attivo nell'area milanese - spiega il procuratore Marcello Viola - ritenuto responsabile dell'organizzazione illegale di scommesse, anche attraverso piattaforme online non autorizzate, utilizzate da numerosi scommettitori". È stato "appurato come gran parte dei pagamenti a saldo dei debiti di gioco destinati agli organizzatori", quantificati in oltre 1,5 milioni di euro, "fossero veicolati mediante una gioielleria di Milano" per "ostacolare la provenienza illecita del denaro e rendere difficile l'identificazione del reale beneficiario". Un presunto "sistema" che avrebbe previsto "finte vendite da parte della gioielleria di orologi e monili di lusso che, in realtà, non venivano materialmente consegnati, ma costituivano unicamente la causale per il bonifico emesso dagli scommettitori a saldo del debito contratto per le scommesse effettuate sulle piattaforme illegali".
La Sezione di Polizia Giudiziaria-Aliquota Guardia di Finanza della Procura ha eseguito "un decreto di sequestro preventivo nei confronti di cinque persone fisiche e una persona giuridica emesso dal gip per complessivi euro 1.533.753". Dalle indagini è emerso "un gruppo attivo nell'area milanese - spiega il procuratore Marcello Viola - ritenuto responsabile dell'organizzazione illegale di scommesse, anche attraverso piattaforme online non autorizzate, utilizzate da numerosi scommettitori". È stato "appurato come gran parte dei pagamenti a saldo dei debiti di gioco destinati agli organizzatori", quantificati in oltre 1,5 milioni di euro, "fossero veicolati mediante una gioielleria di Milano" per "ostacolare la provenienza illecita del denaro e rendere difficile l'identificazione del reale beneficiario". Un presunto "sistema" che avrebbe previsto "finte vendite da parte della gioielleria di orologi e monili di lusso che, in realtà, non venivano materialmente consegnati, ma costituivano unicamente la causale per il bonifico emesso dagli scommettitori a saldo del debito contratto per le scommesse effettuate sulle piattaforme illegali".
È venuto a galla, spiegano i pm, anche un meccanismo "consolidato e strutturato per il pagamento dei debiti di gioco da parte degli scommettitori a favore degli organizzatori" con "l'utilizzo di numerosi soggetti prestanome che, mettendo a disposizione le proprie carte PostePay, account Revolut e conti correnti, ricevevano le transazioni finanziarie" per almeno 300mila euro, "destinate a saldare o ridurre le posizioni debitorie derivanti dalle scommesse illegali". Per la stessa "finalità, i prestanome si occupavano anche della riscossione di denaro contante, per un importo stimato di almeno 400mila euro". In aggiunta, "alcuni scommettitori, in cambio di bonus, ovvero di una riduzione del proprio debito di gioco, diffondevano e pubblicizzavano le piattaforme illegali nei confronti di altri", facilitando così "l'apertura e il caricamento di sempre nuovi conti di gioco".