«Il dono di Lou a Papa Francesco è stato simbolo di rinascita, mancherà»
Il ricordo commosso dell'allevatore piacentino Angelo Gramigna che nel settembre del 2017 riuscì a incontrare il pontefice per donargli una vitella di nome Lou

Marco Vincenti
April 22, 2025|45 giorni fa

Il pomeriggio del 13 settembre 2017 quando l'allevatore piacentino Angelo Gramigna incontrò Papa Francesco per donargli la vitella Lou© Libertà
«Un uomo straordinario che ha saputo lasciare il segno riportando l'attenzione verso gli ultimi». Sono le parole di Angelo Gramigna mentre, commosso, sfoglia l'album di fotografie che lo raffigurano insieme a Papa Francesco quando, nel settembre del 2017, venne accolto in San Pietro per donare al pontefice la vitella Lou - abbreviativo di Lourdes - come segno di gratitudine dopo essere sopravvissuto a un grave male.
«Quel 13 settembre 2017 non lo dimenticherò mai. Quell’incontro ha rappresentato una rinascita, una nuova vita». Non riesce a trattenere le lacrime l’allevatore piacentino Angelo Gramigna nel ricordare l’umanità e la saggezza di Papa Francesco, morto alle 7.35 di lunedì 21 aprile. «Ho avuto il privilegio di incontrarlo e di conoscerlo - spiega dalla sua azienda nelle campagne di Cadeo -. Dopo aver subito una delicata operazione chirurgica per rimuovere un tumore ho voluto sdebitarmi con la vita donando al pontefice una vitella che rappresentava tanto per me».
Angelo non sapeva se sarebbe mai riuscito a incontrare il Papa, invece dopo neanche due settimane dall’invio della lettera è arrivata la risposta con la data dell’appuntamento. «Un’emozione indescrivibile» racconta l’allevatore. «Il primo lavoro al rientro dall’operazione è stato far nascere una vitella - ricorda -. Con lei sono rinato anch’io, l’ho chiamata Lou e ho subito pensato di provare a realizzare il sogno di mio padre, donando una nostra bestia al Papa».
«Francesco era luce»
«Francesco era luce in questo momento di buio caratterizzato da ingiustizie e guerre - continua Alberto con gli occhi lucidi -. Confido però che il suo messaggio di pace e di misericordia resti vivo nel cuore delle persone, non solo dei fedeli». Tra i documenti di lavoro, spicca l’album fotografico che racconta della visita della famiglia Gramigna a San Pietro. «Terrò sempre nel cuore le parole che mi ha sussurrato - rimarca l’allevatore, prima di ritornare dalle sue mucche -. Ha saputo lasciare il segno. Mi spiace per chi non avrà l’opportunità di vivere la sua generosità».