Edera ed erbacce sommergono le tombe dei partigiani

La manutenzione spetterebbe ai familiari, ma il Comune di Piacenza ha fatto sapere che provvederà alla pulizia

Elisabetta Paraboschi
April 17, 2025|52 giorni fa
Edera ed erbacce sommergono le tombe dei partigiani
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Il più noto è Luigi Rigolli, per tutti Gino, classe 1902, componente del Cln provinciale, uno dei primi animatori della lotta contro tedeschi e fascisti, medaglia d’argento. Davanti alla sua tomba, al campetto dei partigiani nel cimitero urbano di Piacenza, c’è un tripudio di erbacce. Non è il solo, purtroppo. Anche altre sepolture partigiane si trovano nelle stesse condizioni: la lapide di Giulio Resmini non si vede praticamente più, mentre Giuseppe Bottazzi dorme sepolto sotto una coperta di edera come quella di Ghirardo Fornaroli. Il Comune, attraverso l’Azienda servizi cimiteriali Piacenza che gestisce i cimiteri di Piacenza e frazioni (e di cui fa parte Sanitaria servizi ambientali), ha fatto sapere che in questi giorni provvederà alla pulizia delle tombe, ma il problema è un altro: la cura spetterebbe ai familiari per legge, non al Comune e neppure all’Anpi provinciale.
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«Al pari degli altri luoghi, ovviamente anche il cimitero è uno dei luoghi principali di memoria - spiega il vicesindaco Matteo Bongiorni - il Comune, soprattutto attraverso la disponibilità del gestore, ha da sempre disponibilità a mantenere cura e decoro del campetto dei Partigiani. Così si fa in corso d'anno, e con particolare attenzione in occasione del 25 aprile. Occorre però ricordare che queste tombe esistono anche negli altri 364 giorni e, ovviamente, che le singole lapidi restano sotto la responsabilità dei familiari».
«È avvilente che chi è morto per liberare il Paese venga poi dimenticato anche dai suoi congiunti - fa presente il presidente provinciale di Anpi Piacenza Romano Repetti - come associazione ci poniamo come “sentinelle” per salvaguardare la memoria dei partigiani, ma non possiamo farci carico della pulizia e della cura di tutte le sepolture. Pulizia che spetta alle famiglie, agli eredi: ognuno faccia la sua parte».
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