"Only the strong survive", l'appassionata carezza sui cuori infranti di Bruce Springsteen

Redazione Online
November 14, 2022|936 giorni fa
"Only the strong survive", l'appassionata carezza sui cuori infranti di Bruce Springsteen
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Quanto mi piace, l’album di cover soul diBruce Springsteen
. Trovo che sia un disco di belle voci, suoni cristallini, dichiarata passione. Si percepisce nel canto solista, essendo un esplicito omaggio del Boss a un periodo musicale, ma anche storico e sociale – come ha ben sottolineato, per primo, nel suo splendido articolo il critico musicalePaolo Vites
, addentrandosi sin nell’attualità scottante del razzismo -, che lo vede esplicitamente lanciare un messaggio e divertirsi nel riproporre canzoni che gli hanno tenuto compagnia nel corso degli anni, sin dalla gioventù. Canzoni soul, per lo più storie di cuori trafitti e delusi, abbandonati e sofferenti, ma capaci di trasformare, attraverso la musica, il dolore in azione. Alimentare con le lacrime i semi della vita.

Non voglio addentrarmi, in queste righe, in un pedissequo percorso di analisi, canzone per canzone, adatto alle testate musicali di settore. Mi limito a esprimere la contentezza del cuore: per me la
title track
, ma anche “
Do I love you (indeed I do)
” – storico brano diFrank Wilson
– e la splendida, eterna melodia di “
The sun ain’t gonna shine anymore
” – diFrankie Valli
, ma portata al successo daiWalker Brothers
– oppure “
When she was my girl
” – dei miticiFour Tops
– fino a “
What becomes of the
brokenhearted
” – hit diJimmy Ruffin
– e “
Someday we’ll be together
” – diJohnny
Bristol
,Jackey Beavers
eHarvey Fuqua
, che raggiunse il primo posto nelle classifiche americane come singolo diDiana Ross & The Supremes
– sono un’appassionata carezza sui cuori infranti. Un raggio di sole tiepido in pieno autunno. Una pioggia per gli assetati. E’ leggerezza, è desiderio di cantare e di ballare.

La
pesantezza
non abita qui, che goduria (secondo me ce n’era anche bisogno).

Volevo fare un album in cui cantare e basta. E quale musica migliore, per fare tutto questo, se non il repertorio americano degli anni sessanta e settanta? Ho preso ispirazione da Levi Stubbs, David Ruffin, Jimmy Ruffin, the Iceman Jerry Butler, Diana Ross, Dobie Gray, Scott Walker, tra gli altri. E ho provato a rendere giustizia a tutti loro e a tutti gli spettacolari autori di questa musica gloriosa. Il mio obiettivo è permettere al pubblico moderno di fare esperienza della bellezza e gioia di queste canzoni, così come ho fatto io fin dalla prima volta che le ho sentite. Spero che amiate ascoltarle tanto quanto ho amato realizzarle.
Bruce Springsteen

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