Viaggi e pellegrini, Chiaravalle mostra l'ospitalità dei monaci

Da domani esposizione sull’accoglienza nei monasteri medievali. Visite fino al 7 luglio

Ornella Quaglia
April 23, 2025|59 giorni fa
Viaggi e pellegrini, Chiaravalle mostra l'ospitalità dei monaci
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Nella sala del capitolo dell’abbazia cistercense di Chiaravalle della Colomba, nel comune di Alseno, dal 24 aprile al 7 luglio si terrò la mostra “Cella hospitum, l’ospitalità nei monasteri medievali”, realizzata dall’abbazia cistercense di Morimondo (Milano). Domani, giovedì 24 aprile, si terrà una giornata di approfondimento ad iniziare dalle 15 con i saluti istituzionali per proseguire alle 15.30 con il priore dell’abbazia Silvestro Buttarazzi, che illustrerà l’ospitalità nella regola di San Benedetto. Alle 16, “l’ospitalità nelle abbazie cistercensi”, relazione dell’architetto Piero Rimoldi del comitato scientifico del museo dell’abbazia di Morimondo che ha curato la realizzazione della mostra attraverso approfonditi studi e viaggi, testimoniati del consistente appartato fotografico presente nei pannelli. Rimoldi si soffermerà sulle varie forme di accoglienza lungo le vie di pellegrinaggio; alle 16.30 il professor Gianluca Bottazzi archeologo e storico già docente all’Università di Parma, che ha collaborato alla realizzazione della via Francigena metterà in risalto quali erano i punti d’appoggio dei pellegrini nel tratto di strada da Piacenza a Parma. Alle 17 l’inaugurazione della mostra, al termine sarà offerto un rinfresco. L’associazione Aisac, che raggruppa numerose abbazie cistercensi, vuole favorire una più diffusa conoscenza del mondo cistercense nelle sue numerose manifestazioni. L’abbazia di Chiaravalle della Colomba è inserita nel tracciato moderno della Via Francigena e l’anno giubilare non fa che rafforzare il suo ruolo di luogo d’ospitalità per i numerosi viaggiatori e visitatori che vi giungono. La mostra si compone di una ventina di pannelli che descrivono, a partire dalla Bibbia e dalla Regola di S. Benedetto, quella speciale virtù che è l’accoglienza che ancora prima che essere un insieme di attività deve essere un atteggiamento del cuore. L’esposizione evidenzia le attività delle varie strutture monastiche, l’offrire cibo, ricovero, cure sanitarie e carità spirituale a coloro che bussano alla porta dell’abbazia. E mette in risalto che l’esperienza della clausura, nascosta e ritmata dalla liturgia, si espande nel territorio circostante e a volte donava vocazioni che proprio attraverso la porta del monastero venivano in contatto con la fede dei monaci. 

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