Verso il Conclave/Gotti Tedeschi: guardiamo all'Asia
Il piacentino già presidente della banca vaticana pensa al cardinale Parolin quando evidenzia la necessità di tener conto dello sviluppo economico e culturale dell'Oriente
Thomas Trenchi
April 29, 2025|38 giorni fa

"Credo che il futuro della Chiesa dipenda dal risultato del conclave, da cui avremo molte spiegazioni illuminanti su un punto fondamentale: quale Chiesa sarà quella post-conclave? Che si rifaccia alle verità dottrinali? O che evolva molto di più con il mondo, grazie a un concetto di misericordia che integra o sostituisce la verità? Il conclave ci spiegherà quale Chiesa i cardinali vogliono. La decisione sul successore di Papa Francesco dovrebbe aiutare a capirlo. Io credo che mai, come oggi, il mondo abbia bisogno di un'autorità morale forte”. Così il piacentino Ettore Gotti Tedeschi, già presidente dell'Istituto per le opere di religione, il cosiddetto Ior, la banca della Santa Sede, riflette sul futuro della Chiesa dopo la scomparsa di Papa Francesco, sottolineando l’importanza del prossimo conclave. "In gioco non c’è solo il futuro della Chiesa, ma quello dell’intera civiltà di origini cristiane, o meglio occidentale, frutto di un insegnamento di valori e principi vissuto negli ultimi millenni. La Chiesa rappresenta l’autorità morale più ascoltata al mondo, anche dalle altre religioni. In più, c’è un problema. Viviamo in un mondo cambiato drammaticamente negli ultimi decenni. Solo trent’anni fa l’Occidente controllava il 90% del Pil mondiale, oggi meno della metà. Altre culture e civiltà sono più influenti. Poiché il cristianesimo ha contribuito a fondare l'attuale civiltà occidentale, dobbiamo riflettere su quale ne sarà il futuro e quello della intera umanità. Pensi solo che i cosiddetti Brics, i paesi emergenti, valgono una percentuale del Pil mondiale vicino al 40% e crescono a ritmi del 5-7% all’anno, mentre noi siamo fermi. In questo mondo in grande trasformazione, cosa può e deve fare l’autorità morale? Il risultato del Conclave lo spiegherà".
Il discorso si allarga al futuro della civiltà occidentale, legata alle origini cristiane, che si trova ora a fronteggiare la crescita di altre potenze culturali ed economiche, come i paesi dei Brics. Gotti Tedeschi sottolinea che l'Occidente, che dominava l’economia mondiale, ha visto la propria influenza ridursi drasticamente, mentre la Cina e altri paesi emergenti continuano a crescere a ritmi vertiginosi. "Trent’anni fa la Cina pesava per circa il 2% del Pil mondiale. Era un Paese di contadini. Oggi corrisponde al 24%, esattamente come gli Stati Uniti. Ricordo una discussione con Benedetto XVI su questo punto. Mi chiese, rispetto alla delocalizzazione delle produzioni dall’Occidente all’Oriente e alla conseguente crescita economica della Cina: "Quando saranno forti e ricchi, diffonderanno anche la loro cultura, oltre ai loro prodotti? Con che risultato per l’Occidente?. Badi bene: siamo noi ad aver creato il potere della Cina. Il cardinale Ratzinger ne aveva intuito le conseguenze. È un punto fondamentale. Ha ragione chi dice di guardare a quel continente. Presto l'Asia esporterà sempre più anche la propria cultura e i propri valori. Allora sì, è certo necessario pensare all’Asia e aiutare quei Paesi, soprattutto la Cina, a comprendere i valori dell’Occidente. Cosa che già sta avvenendo. Ma oggi la Cina non è solo un produttore a basso costo, ma fornisce anche qualità e innovazione. Credo che il cardinale Parolin sia una delle persone più esperte su questi temi”.