Dazi, Confagri Piacenza: «No alle speculazioni»

Le imposizioni degli Stati Uniti «non siano un pretesto per colpire la parte agricola, anello più debole e quindi più esposto»

Redazione Online
April 7, 2025|62 giorni fa
Umberto Gorra, presidente di Confagricoltura Piacenza
Umberto Gorra, presidente di Confagricoltura Piacenza
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«I dazi non sono certo stati inventati in questi giorni e alcuni erano peraltro già attivi, la manovra americana va ad aggiungere incertezza ad un quadro economico già costituito da molte variabili»: così interviene su un tema di scottante attualità Umberto Gorra, presidente Confragricoltura Piacenza. Numeri alla mano, si parla di un aumento del 20 per cento su prodotti di origine europea da parte degli Stati Uniti.
«Occorre prudenza per valutare quelli che saranno gli effettivi impatti - continua Gorra - A livello nazionale e locale il rischio è che la questione dazi possa essere utilizzata pretestuosamente per innescare azioni speculative che inevitabilmente, come si è visto per altre cause, vedono nella parte agricola l’anello più debole e quindi più esposto. È soprattutto questo – aggiunge – a cui bisogna porre attenzione nell’economia locale».
Il commento di Giansanti
Confagricoltura ribadisce la necessità di un’azione dell'Unione tempestiva e coesa per salvaguardare la competitività del sistema agroalimentare, italiano ed europeo, sui mercati internazionali, in linea con quanto dichiarato dalla presidente von der Leyen. «Come Italia – ha detto il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - usciamo sicuramente penalizzati dall'introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti, in particolar modo per quanto riguarda i prodotti di fascia media: penso ad alcuni vini, alla pasta e ai sughi pronti. La risposta – ha aggiunto Giansanti – non può che essere unitaria, europea, convinta. Fondamentali le misure previste per sostenere i settori più colpiti. Non dimentichiamo, infatti, che rischiamo anche un massiccio riversamento di prodotti da altri Paesi che subiranno le tariffe americane, per esempio la Cina». 

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