Ai giardini Margherita un evento tra storia, botanica e danza

L'evento crossover promosso dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano ha mescolato storia, ambiente, arte e danza nel contenitore "Interno Verde"

Barbara Belzini
April 19, 2025|49 giorni fa
Ai giardini Margherita un evento tra storia, botanica e danza
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Alla scoperta dei Giardini Margherita di Piacenza: la collaborazione tra Legambiente, Il Barone Rampante, Rami (Registro Alberi Monumentali Italiani) e l’Associazione De Arte Saltandi ha coinvolto il pubblico in un evento crossover promosso dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano che ha mescolato storia, ambiente, arte e danza nel contenitore Interno Verde. La visita guidata ai giardini “un parco storico importantissimo, unico a Piacenza”, tutelati dalla Soprintendenza è stata condotta da Laura Chiappa di Legambiente che ha raccontato la storia affascinante della visione del conte Giacomo Costa e del suo “giardino delle delizie” costruito nella prima metà dell’Ottocento: la nascita della montagnola “che serviva al conte per guardare il fiume, che allora si sentiva molto”, il lago con il ponticello cinese e i cigni, la barca a vapore, i sentieri, il labirinto. “Era un giardino romantico, un luogo incantevole a uso personale”.
A metà Ottocento Costa ne dona una parte alla città che negli anni ha avviato l’avventura della ferrovia “Già allora avevamo questa vocazione di polo logistico”. Alla sua morte gli eredi regalano tutto il giardino al Comune che chiama “l’archistar dell’epoca, Giuseppe Roda, che ci lavora per 10 anni fino all’inaugurazione nel 1893”. Nel tempo il giardino ha ospitato una pista di pattinaggio (negli anni ’20), un ballabile (negli anni ’50) e il campo giochi (negli anni ’70) che in tanti ricordano ancora, fino al riordino negli anni ’90 che ha eliminato i sentieri di asfalto e ha recuperato la parte storica per arrivare agli interventi di ripulitura degli ultimi anni. Dopo un’immersione nelle azioni di conservazione illustrate dall’arboricoltore certificato Piergiorgio Barbieri de “Il barone rampante” il pomeriggio si è chiuso con un momento magico, la performance di Erica Meucci, organizzata da Das: in “Storia di un ruscello”, accompagnata dalle musiche di Glauco Salvo, la danzatrice si muove sulla pietra senza mai scendere, entrando in relazione con l’ambiente e lasciandosi plasmare. L’immagine del suo corpo sospeso sembra dilatarsi senza confini, tra memoria e ascolto del paesaggio, tra vuoti e pieni.

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