“Mettiti nei miei panni”, alla Cattolica disabilità fa rima con inclusività

Passa anche dall'ateneo piacentino la via per un mondo più inclusivo, per rafforzare l'empatia verso chi vive la quotidianità in modo differente

Filippo Lezoli
April 8, 2025|59 giorni fa
“Mettiti nei miei panni”, alla Cattolica disabilità fa rima con inclusività
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Passa anche dal campus piacentino dell’Università Cattolica la via per un mondo più inclusivo. “Mettiti nei miei panni”, l’iniziativa promossa dai Servizi per l’inclusione dell’ateneo, ha fatto tappa a Piacenza con l’obiettivo di rafforzare l’empatia verso le persone con disabilità di chi ha la fortuna di non vivere quotidianamente le loro difficoltà.
Accompagnati da alcuni colleghi universitari costretti ad affrontare una disabilità e da tutor, sono stati molti coloro che hanno voluto capire cosa significhi essere ipovedente o non potere muoversi sulle proprie gambe. Fra loro gli studenti Federica Chiodi e Antonio Bozzella. «Camminando con la mascherina calata sugli occhi sembra all'inizio di sapere dove andare perché si conoscono i luoghi – dicono i ragazzi -, ma presto ti rendi conto che è molto più complicato del previsto. Con il bastone, soprattutto, ci sono state delle difficoltà. Anche la presenza di altre persone nell’ambiente e il chiasso rendono l’esperienza complessa».
Salire e scendere le scale con la mascherina e il bastone bianco da muovere per rilevare eventuali ostacoli che si parano di fronte, oppure muoversi in carrozzina per entrare nella toilette e andare al bar: in altri termini vivere la quotidianità di chi ha una disabilità.
«Il messaggio è semplice - afferma Luigi D’Alonzo, delegato del Rettore per l'inclusione e direttore del Centro studi e ricerche sulla disabilità e la marginalità (CeDisMa) - ormai in tutti i corsi e in tutte le scuole nessuno può dire che il tema della disabilità non interessi, perché l'Italia ha scelto la via dell’inclusione, che significa stare accanto al collega con disabilità, all’amico in difficoltà. Questa iniziativa, in sintesi, ha lo scopo di far comprendere che se ci rispettiamo tutti possiamo creare un mondo migliore».

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