Verdi e Maria Callas, dall'Aida al Rigoletto a fianco del baritono piacentino Piero Campolonghi
Redazione Online
August 21, 2023|656 giorni fa

Non cala l’attenzione di “Libertà” nei confronti della sorte diVilla Verdi
a Sant’Agata di Villanova sull’Arda. E proprio lì, a Villanova, lo storico autista e factotum della Divina, il signorFerruccio Mezzadri
, è tornato a vivere. Durante uno dei nostri incontri per il mio libro
“100 anni di Maria Callas. Nei ricordi di chi l’ha conosciuta”
(Arcana edizioni
) – che sarà presentato proprio domani sera, mercoledì23 agosto
alle ore 21.45 allaSettimana della letteratura di Bobbio
(insieme adAlberto Fermi
, con filmati inediti) – Ferruccio ricordava come, in occasione di una sua visita aVillanova
, la Callas arrivò sino a Villa Verdi provando un’emozione fortissima, tale al punto di chiedere di rientrare subito per “
evitare di mettermi a piangere, per nostalgia verso il Maestro che non c’è più
“.

Quel tipo di emozione è sgorgata, insieme a tante altre, più volte in palcoscenico e ne sono testimoni alcune registrazioni d’epoca. Meravigliose,
ça va sans dire.
Tra le opere verdiane interpretate in scena dalla Callas, spicca una
Aida
alTeatro alla Scala
, il 12 aprile 1950 davanti al presidente della RepubblicaLuigi Einaudi
.
Ma il debutto in quest’opera avvenne a Torino nel 1948. E proprio in quell’anno, il 25 aprile, alPoliteama Rossetti
di Trieste si tenne l’ultima rappresentazione del melodramma
La forza del destino
, con la direzione diMario Parenti
. L’anno seguente, il 1949, portò il soprano alSan Carlo
di Napoli per
Nabucco
sotto la guida del maestroVittorio Gui
.
A fare la differenza furono però
I Vespri Siciliani
, in apertura della Stagione scaligera il 7 dicembre 1951, sotto la prestigiosa direzione di Victor De Sabata
. Da quel momento l’ascesa di Maria fu inesorabile e si giunge sicuramente a un apice quando, il 7 dicembre 1952, la Callas inaugura la Stagione alla Scala con il
Macbeth
nuovamente diretto daVictor De Sabata
. La messa in scena fu preceduta, nel giugno dello stesso anno, dal
Rigoletto
alTeatro delle Belle Arti
di Città del Messico (vedi foto sopra). Da notare che, oltre al celebre tenoreGiuseppe Di Stefano
, nel cast c’era il grande baritono piacentinoPiero Campolonghi
(in foto sotto).
Parentesi
: un altro cantante piacentino con cui la Callas si esibì fu il tenore Gianni Poggi – si rimembra una
Gioconda
diAmilcare Ponchielli
diretta dal piacentinoAntonino Votto
nel 1952.

Il
Don Carlo
scaligero risale al 12 aprile 1954, in occasione dell’apertura della XXXII Fiera di Milano, con la bacchetta di Antonino Votto. Nel febbraio successivo (1955) il celebre soprano avrebbe interpretato
Il Trovatore
, ancora una volta diretta da Votto.
Come non citare
La Traviata
– in prima rappresentazione il 28 maggio 1955 – sempre alla Scala diretta daCarlo Maria Giulini
(vedi immagine in evidenza). Una Violetta, quella della Callas, che ha attraversato il mondo passando alla storia, anche grazie alla sua collaborazione con grandi registi –Luchino Visconti
su tutti. Ci fu poi
Un ballo in maschera
(nel 1957 alla Scala) diretto daGianandrea Gavazzeni
, uno dei direttori che fecero la differenza, anche (e non solo) nelle collaborazioni con Maria.
E’ solo un assaggio della straordinaria carriera della Callas, in particolare di quella parte che la vide interprete verdiana. Per saperne di più, vi aspetto domani sera a Bobbio.