Gestione emergenze a "Nel mirino": "Preziosa capacità di fare rete"
Puntata dedicata al 112, il nuovo numero unico europeo per le emergenze, attivo in tutta l’Emilia-Romagna a partire dal 1 aprile.
Riccardo Foti
April 11, 2025|55 giorni fa

Il sistema sanitario piacentino funziona anche grazie alla capacità delle associazioni di volontariato di fare rete. «È una caratteristica fondamentale che ho trovato in questa provincia ed è preziosa» ha raccontato ieri sera a Telelibertà il prefetto di Piacenza Paolo Ponta, ospite della puntata di “Nel Mirino” dedicata al 112, il nuovo numero unico europeo per le emergenze, attivo in tutta l’Emilia-Romagna a partire dal 1 aprile.
«È una capacità preziosa perché il cittadino si sente molto più tutelato se tutti agiscono di comune accordo. La nostra provincia può contare su una grande realtà di volontariato: significa che la società civile è sempre pronta a rispondere».
Ospiti della trasmissione condotta da Nicoletta Bracchi, insieme al prefetto Ponta sono stati il dirigente professioni sanitarie Ausl di Piacenza Stefano Nani, il presidente della Croce Rossa di Piacenza Giuseppe Colla e il coordinatore Anpas provinciale Paolo Rebecchi.
«Nel 2024 sono più di 1 milione e 600mila i chilometri percorsi dal comitato provinciale di Anpas per effettuare più di 41mila interventi, di cui 22mila sono ordinari, 19mila in emergenza - ha spiegato Rebecchi - Siamo in linea, più o meno con gli anni precedenti - spiega Rebecchi - Abbiamo 1.500 volontari e 50 preziosi dipendenti e tutta la nostra attività è stata svolta con un centinaio di mezzi». Sono stati invece 28.323 gli interventi del comitato piacentino di Croce Rossa: «Lo scorso anno abbiamo assistito 31.336 persone - spiega Colla - per un totale di 48mila ore impiegate in servizio, con 1.180 volontari attivi sui 1.241 che conta l’associazione, e 80 dipendenti che garantiscono la continuità del servizio».

Parlando del primo trimestre del 2025, Colla spiega che Croce Rossa ha effettuato 6mila 754 interventi, con una copertura di 7.500 assistiti. «Il nostro comitato è secondo nelle medie dell’Emilia-Romagna, dopo quello di Bologna - aggiunge - Questo per noi è motivo di grande orgoglio». A Piacenza il numero unico europeo per le emergenze era già attivo da gennaio. «Quando si chiama il 112 - sottolinea Nani - un operatore prende in carico la telefonata e la trasferisce alla centrale operativa competente, tra soccorso sanitario, vigili del fuoco, polizia e carabinieri». La forza del 112 risiede nella garanzia e nei tempi di risposta, in media di 4,7 secondi.
Grazie al sistema “Advanced Mobile Location”, il servizio di geolocalizzazione del 112 usa il Gps e la rete dati per trasmettere alla centrale operativa la posizione del chiamante. In questo modo, le centrali operative possono inviare i soccorsi in modo più rapido e preciso. «In questi 33 anni, dalla nascita del 118, il sistema ha fatto dei passaggi veramente importanti e notevoli dal punto di vista tecnologico - continua Nani - l'applicazione di questa tecnologia all'interno dell'112 è sicuramente una tecnologia molto rassicurante per il cittadino».

«Non appena si chiama il 112 viene attivato un servizio di emergenza, ma allo stesso tempo, l’operatore che risponde al chiamante è in grado di dare nell'immediato alcune indicazioni utili, in casi come quello di un arresto cardiaco in cui bisogna intervenire prontamente, in attesa che arrivi l'automedica - continua Colla - Gli operatori sono formati per calmare le persone che chiamano per permettere loro di seguire le direttive e i consigli per agire nel miglior tempo possibile».
«È importante che chi chiama dia all’operatore poche nozioni ma molto chiare sulla situazione clinica di chi necessità dell'intervento - aggiunge Rebecchi - In casi di pazienti con cronicità o che necessitano spesso di cure, è utile avere sempre pronta una documentazione da poter consegnare immediatamente ai sanitari che intervengono sul posto».
Tutte le puntate di “Nel mirino “sono disponibili sul sito on demand di Telelibertà.