La scienza alle aziende: l'ipotesi del nucleare per la transizione verde

In Cattolica, Il convegno “L’atomo per l’industria”, organizzato dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia

Leonardo Chiavarini
May 12, 2025|25 giorni fa
Un momento del convegno tenutosi all'Universita Cattolica di Piacenza
Un momento del convegno tenutosi all'Universita Cattolica di Piacenza
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Oggi, in Italia, il rilancio del nucleare è un tema complesso e dibattuto. Un tema che, però, sta vivendo una rinascita: da un lato, c'è chi vede nell'atomo la soluzione per la transizione energetica, per un'energia pulita e a basso costo; dall'altro c'è chi non si fida, teme l'impatto sull'uomo e sull'ambiente, si preoccupa all'idea della gestione delle scorie e nomina certi importanti fantasmi di una storia non troppo lontana. Il Governo Meloni, intanto, ci fa più di un pensiero a riguardo: il 28 febbraio è stato approvato un disegno di legge delega in materia di energia nucleare sostenibile e sempre a febbraio il ministro dell'Ambiente, Gilberto Picchetto Fratin ha detto di essere convinto che entro il 2030 avremo il nucleare in Italia. Solo qualche settimana fa, il ministro Matteo Salvini, durante un convegno al Pirellone, ha espresso il desiderio di avere una centrale nucleare a Milano.
Insomma, comunque la si pensi, parlare di nucleare, apertamente, è un diritto oltre che un'esigenza del presente; informarsi poi è un dovere.Il nucleare, infatti, è uno di quei dilemmi in cui la neutralità è meglio lasciarla da parte. E parlare di nucleare è ciò che è stato fatto proprio a Piacenza, giovedì scorso, in un importante convegno, "L'atomo per l'industria: efficienza e competitività”, organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia, in collaborazione con la Filiera Energia di Confindustria Emilia e Sogin, la società che si occupa della dismissione (decommissioning) degli impianti nucleari italiani. I partecipanti, dopo una visita alla centrale nucleare di Caorso, dove hanno osservato il lavoro di Sogin, impegnata nelle complesse attività di smantellamento in corso nel sito piacentino, hanno assistito ad alcune tavole rotonde svoltesi all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.Esperti del settore, mondo accademico, istituzioni e imprese hanno analizzato il tema sotto diversi punti di vista.
I saluti di apertura di Marco Moscatti, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia, hanno toccato il tema dell'instabilità geopolitica come minaccia all'affidabilità degli approvvigionamenti energetici. «L'eccessivo costo dell'energia sta compromettendo la competitività dell'industria italiana - sostiene Moscatti -. È essenziale diversificare le fonti puntando anche sulle nuove tecnologie nucleari sicure e efficienti». Significativa la tavola rotonda dal titolo "Strategia industriale tra sfida energetica, transizione verde e neutralità tecnologica”, moderata da Ilaria Vesentini, giornalista de Il Sole 24 Ore.Si sono confrontati: Gian Luca Artizzu, amministratore delegato di Sogin, Andrea Barbensi, LFR engineering director di Newcleo, Luca Mastrantonio, head of nuclear innovation di Enel, Diego Santoro, responsabile di business development & sales di Ansaldo Nucleare, e Lorenzo Mottura, EVP strategia, sviluppo aziendale e innovazione di Edison.
 «Siamo già in ritardo sotto molti profili, a partire da quello culturale», inizia così Gian Luca Artizzu, prima di arrivare al cuore del suo discorso: l'importanza di una centrale nucleare anche per il territorio in cui è inserita. «È una ricchezza - dice -. Innanzitutto perché vi si possono trovare tutte le competenze di un'industria avanzata al loro massimo livello, poi, perché oltre alla produzione di energia, una centrale attiva un motore di ricchezza su cui costruire un ecosistema moderno, al passo con i tempi». Valorizzare il nucleare, per Artizzu, «Significa anche valorizzare settori in cui l'Italia è forte e specializzata e scegliere una fonte di energia sicura, anzi la più sicura. E, oggi, con una nuova generazione non influenzata da Chernobyl, si può riaprire il dibattito». A concludere la giornata, Claudio Fiorentini, presidente della Filiera Energia di Confindustria Emilia. «Per l'Italia - afferma - il nucleare è sia una necessità che un'opportunità: quella di ricreare, intorno a un grande progetto per il Paese, una filiera che, coinvolgendo aziende grandi e piccole, possa sviluppare progetti, competenze, prodotti e servizi in grado di trovare spazio in un settore mondiale da circa 65 miliardi di dollari».   

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