Gli auguri del vescovo: Pasqua primo giorno di un tempo nuovo

In Curia il messaggio per la comunità cattolica diocesana. In questo 2025 è festa lo stesso giorno anche per gli ortodossi macedoni, romeni e moldavo-russi

Federico Frighi
Federico Frighi
April 18, 2025|50 giorni fa
Gli auguri del vescovo: Pasqua primo giorno di un tempo nuovo
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Pasqua, nel linguaggio dei segni, è un fiore che sboccia su un piccolo gambo. Il vescovo Adriano Cevolotto si è esercitato a riprodurlo grazie all’interprete nel linguaggio dei segni e ha chiuso così il suo messaggio pasquale davanti alle telecamere. Con un segno di speranza in un momento in cui la speranza «sembra impossibile».
Sono questi i giorni della vita, evidenzia il presule, che raccolgono, sin dalla Pasqua di Gesù, «sconcerto, rabbia, disorientamento, incredulità. Sembra impossibile, ci ripetiamo, quelle sofferenze sono così laceranti da essere realmente spazi senza luce, vere e proprie tombe dalle quali sembra impossibile uscire. Non a caso è proprio il silenzio del sabato il tempo più scandaloso, anche perché risulta interminabile; cerchiamo risposte, invochiamo il Signore o addirittura lo bestemmiamo. Lanciamo interrogativi che sembrano sbattere contro delle barriere. Perché proprio a me, a lui, a lei? Non ce lo meritiamo, non me lo merito».
Il Vangelo dice invece che la Pasqua è «il primo giorno di una nuova settimana, del tempo nuovo, è il tempo di un nuovo inizio. Dio conferma il desiderio di vita che ha posto in noi. Ci ha fatti per guardare oltre tutto ciò che compromette e corrompe la vita, il bene e la felicità».
La Pasqua «è l’annuncio della vittoria su ogni piccolo orizzonte che naturalmente viene soffocato, che è corruttibile e destinato a finire. E’ una nuova condizione che si apre, c’è futuro per noi assetati di speranza . Se non ci sono motivi per sperare non c’è vita e allora ci si riduce a sopravvivere. Pasqua è sinonimo di speranza e di vita». L’augurio di Cevolotto è che «sorga il sole sul primo giorno della settimana, abitato dal Dio della vita». Se morte e delusione, se male o fallimento hanno «il gusto della fine, il tempo che Dio apre dice che si è concluso un tempo ma non la vita».
Un pensiero non può non andare alle popolazioni vittime di tutte le guerre, dal Medio Oriente all’Ucraina: «E’ quanto mai urgente che il primo giorno della settimana sorga in ogni parte della terra, soprattutto per quelle popolazioni per le quali il sabato è tutt’altro che silenzio, è angoscia per la minaccia della distruzione e desolazione. C’è un primo giorno della settimana anche sopra le macerie della vita. Buona Pasqua e buona speranza».
Una Pasqua di unità fra i cristiani
Il 2025 che si presenta come una piacevole eccezione nella celebrazione della Pasqua, vissuta domani nello stesso giorno dai cattolici piacentini, dai cattolici ucraini ma anche dai protestanti e dai tanti immigrati delle parrocchie ortodosse macedoni, romena, moldava e russa.
Diversamente da ciò che accade praticamente ogni anno. Il computo del calendario gregoriano e di quello giuliano fa rientrare il 2025 tra le eccezioni, già verificatesi, in tempi recenti, nel 2010, nel 2011 e nel 2017. Così come stabilito dal Concilio di Nicea nel 325 Pasqua si festeggia la domenica successiva alla prima luna prima piena dopo l’equinozio di primavera. La data che ne esce dal computo non coincide quasi mai tra il calendario gregoriano - introdotto nel 1582 e seguito da cattolici e gran parte dei protestanti - e quello giuliano - varato nel 46 avanti Cristo, in ritardo di 13 giorni rispetto al gregoriano e seguito dagli ortodossi.

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