Christillin: «Ascoltiamo e non giudichiamo i giovani»
La dirigente sportiva venerdì mattina sarà a Piacenza ad incontrare gli studenti a Palazzo Farnese
Paolo Gentilotti
April 9, 2025|58 giorni fa

Nel mondo di Evelina Christillin ci puoi entrare da mille porte: quella di dirigente d’azienda, di dirigente dello sport mondiale, di presidente del Comitato promotore delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, di presidente del Museo Egizio e del Teatro Regio, di ex-nazionale di sci, di intima della famiglia Agnelli, di giornalista, di super-tifosa della Juve. Non è facile sceglierne una sola: venerdì sarà a Piacenza ad incontrare gli studenti a Palazzo Farnese (ore 11), occasione per la quale ha scelto la strada della divulgazione storica alla generazione Z. «Io, per scelta, non uso i social - dice - ma vedo nei miei nipoti, che hanno 8 e 13 anni, quanto questi strumenti siano una parte determinante della loro vita: è lì che dobbiamo catturare il loro interesse. Perché le assicuro che i ragazzi hanno una grande voglia ci conoscere, di sapere. Io non voglio insegnare nulla, do solo alcuni stimoli e chiavi di lettura. Parliamo di una generazione che rischia seriamente di essere schiacciata dagli avvenimenti del mondo e della loro vita personale, che ha bisogno di essere ascoltata e assecondata, non solo giudicata».
Pochi giorni fa ha lasciato i suoi incarichi di Fifa e Uefa: perché?
«Ho passato quasi nove anni bellissimi in quei ruoli, girato il mondo in continuazione, fatto esperienze indimenticabili, ma arriva un momento nel quale devi pensare alla tua vita. Ho avuto qualche problema di salute e sono arrivata alla conclusione che non avevo più molto da dare a un mondo governato da uomini che fanno di tutto pur di non lasciare la poltrona. Un mondo che è ormai finalizzato solo alla ricerca del denaro per continuare ad alimentare il carrozzone. Allora, mi sono rifatta a un detto di mio padre: meglio essere rimpianti che sopportati».
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«Ho passato quasi nove anni bellissimi in quei ruoli, girato il mondo in continuazione, fatto esperienze indimenticabili, ma arriva un momento nel quale devi pensare alla tua vita. Ho avuto qualche problema di salute e sono arrivata alla conclusione che non avevo più molto da dare a un mondo governato da uomini che fanno di tutto pur di non lasciare la poltrona. Un mondo che è ormai finalizzato solo alla ricerca del denaro per continuare ad alimentare il carrozzone. Allora, mi sono rifatta a un detto di mio padre: meglio essere rimpianti che sopportati».
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