Il Pod, ieri i primi workshop con esperti alla Cavallerizza e tra i selezionati c'è chi arriva da Manchester

Oggi altri laboratori e stasera le premiazioni al Teatro Municipale

Leonardo Chiavarini
May 11, 2025|26 giorni fa
L'avvio de Il Pod alla Cavallerizza © Libertà/Mauro Del Papa
L'avvio de Il Pod alla Cavallerizza © Libertà/Mauro Del Papa
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Anche quest’anno, Piacenza è capitale dei podcast. Per chiunque voglia raccontare storie con la voce e diffonderle sulle piattaforme, tutte le strade portano qui. E pensate, c’è persino chi ha preso un volo da Manchester per arrivare da noi, nella città della Lupa e dei due cavalli. E persino la sindaca Katia Tarasconi è passata per un saluto.
È tornato “Il Pod”, il premio per i migliori podcast: è partito ieri mattina, alla Cavallerizza (nella sede del Cai e ai Giardini Sonori) e si chiuderà stasera, dalle 20.30, al Teatro Municipale. In programma, le premiazioni, certo, ma anche incontri e lezioni gratuite. Questa edizione 2025, infatti, ha visto nascere un nuovo progetto all’interno dell’iniziativa. Si tratta di Pod Lab, due mattinate per imparare qualcosa di più sul mondo dei podcast e provare a realizzare almeno la fase embrionale di un progetto inedito.
Ieri, nella sede del Cai, un’ottantina di partecipanti, divisi in gruppi, hanno iniziato il lavoro che li porterà a presentare, questo pomeriggio, dei mini-trailer di nuovi, ipotetici, podcast. Insomma, Pod Lab vuole essere una bottega per imparare i rudimenti del mestiere: dall’idea alla voce. E come in ogni bottega, occorre che ci siano dei maestri. La lezione mattutina di ieri ha visto succedersi in cattedra ben due maestre del podcasting: Rossella Pivanti e Rossana De Michele. Entrambe le professioniste, esperte nella produzione di podcast ascoltati in tutta Italia, hanno fornito una serie di buoni consigli sia a colleghi già avviati, sia a podcaster in erba. Essenziale, ad esempio, strutturare la propria idea in un pitch, che la renda chiara a chi deve valutarla. Importante anche valutare gli elementi della storia che si vuole raccontare, così come chiedersi quali benefici potrebbero trarne gli ascoltatori.
«Il podcast dovrebbe essere pensato come un dialogo - ha detto Pivanti - ed evitare di cadere nell’autoreferenzialità».
De Michele, invece, ha parlato delle peculiarità della scrittura pensata per la voce e ha poi sottolineato il valore del racconto orale. «La tradizione orale è quella dei miti, delle fiabe, ma anche del pericolo - ha detto -. È un modo di narrare potente, che permette una memorabilità superiore ad altri mezzi. Più il podcast si avvicina a questa tradizione, più sarà efficace».

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