Provincia Thriller, 30 aprile 2009: il crollo del ponte su Po

Stasera alle 21 su Telelibertà, la prima delle due puntate dedicate al disastro avvenuto il 30 aprile 2009

Nicoletta Marenghi
Nicoletta Marenghi
May 4, 2025|34 giorni fa
Provincia Thriller, 30 aprile 2009: il crollo del ponte su Po
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La tavola disegnata dal noto illustratore Giovanni Freghieri per Provincia Thriller
La tavola disegnata dal noto illustratore Giovanni Freghieri per Provincia Thriller
Sono passati sedici anni da quel 30 aprile 2009, quando il ponte sul Po che collegava Piacenza a San Rocco in provincia di Lodi crollò improvvisamente, inghiottendo tre veicoli e riscrivendo per sempre storia di un territorio e la memoria di chi intervenne. Come i vigili del fuoco, Marco Bergamaschi (da poco in pensione) e Giovanni Molinaroli, che ricordano quella giornata come una delle più intense della loro carriera. La racconteranno nel set di Provincia Thriller, la trasmissione condotta dalla giornalista Nicoletta Marenghi e dedicata ai casi di cronaca che hanno sconvolto il territorio piacentino di recente e nel passato. L’appuntamento è questa sera alle 21 su Telelibertà, canale 76 e sul sito Liberta.it.
Al comando dei vigili del fuoco quel giorno era presente anche Massimiliano Clini, oggi ispettore antincendio. “Ricordo che quando è arrivata la chiamata intorno alle 12.30, inizialmente pensavamo fosse uno scherzo perché a volte capita, purtroppo. Subito dopo siamo partiti con tutti i mezzi che avevamo a disposizione, compresa la barca perché temevamo che ci fossero persone in acqua. Ci siamo trovati di fronte una scena surreale: il ponte era spezzato”. Il recupero di uno dei tre feriti risultò molto complicato.
«C’era una macchina semisommersa, dentro un ragazzo cosciente ma sotto shock. Non poteva uscire da solo - ricorda Marco Bergamaschi, il primo vigile del fuoco che si calò per soccorrerlo -. È molto complicato operare sulle corde in quel contesto per estrarre una persona da un’auto». A raggiungerlo, pochi minuti dopo, fu Giovanni Molinaroli che quel giorno era fuori servizio, ma si trovava comunque in caserma. «Appena ho saputo del crollo, mi sono cambiato al volo e ho preso un mezzo. Marco era già sotto, da solo. Mi sono calato anch’io per dargli una mano: bisognava tirare fuori quel ragazzo, e farlo in fretta». Sopra le loro teste incombeva un grosso giunto metallico, sospeso e instabile. «Il comandante era preoccupato perchè eravamo sotto la perpendicolare del giunto di dilatazione, ma noi eravamo concentrati su una cosa sola: salvare quella persona, in quel momento non realizzi il pericolo. Di quel giorno rimane la soddisfazione di essere riusciti a recuperare una persona in difficoltà», spiega Bergamaschi. «Solo dopo ti accorgi che ti sei calato da un ponte crollato, con le macerie che potevano caderti addosso» aggiunge Molinaroli.
Del 30 aprile 2009 resta il ricordo di un disastro, la consapevolezza del coraggio silenzioso e della prontezza di chi, ogni giorno, affronta l’imprevedibile.
I vigili del fuoco Giovanni Molinaroli e Marco Bergamaschi 
I vigili del fuoco Giovanni Molinaroli e Marco Bergamaschi 
Massimiliano Clini, ispettore antincendio vigili del fuoco 
Massimiliano Clini, ispettore antincendio vigili del fuoco 
Un ponte che collega due regioni strategiche del Nord Italia si spezza all’inizio del terzo millennio: una notizia incredibile che in poche ore, il 30 aprile 2009, fece il giro del mondo. Miracolosamente non ci furono morti, ma tre persone rimasero ferite con conseguenze anche negli anni successivi. Le immagini delle macerie immerse nell’acqua rimasero impresse nella memoria collettiva. Telelibertà e Libertà dedicarono grande attenzione al crollo e poi alla ricostruzione, facendo pressione su Anas per avere al più presto un viadotto provvisorio e poi quello definitivo. Nella puntata di Provincia Thriller, in onda questa sera, vedremo anche molte immagini dell’edizione straordinaria del telegiornale di Telelibertà che iniziò alle 13.15 e proseguì fino all’edizione delle 19.30.
“Il giorno dopo titolammo “disastro annunciato” perchè da tempo lamentavamo che il ponte era trascurato. Avevamo ricevuto diverse segnalazioni, in particolare quella dell’architetto Ezio Trasciatti che aveva documentato nel 2006 anomalie in un giunto” ricorda l’allora direttore di Libertà Gaetano Rizzuto. “Avevamo deciso di mettere prima il conto dei giorni che erano passati dal crollo e poi, quando finalmente Anas, ci comunicò la data di inaugurazione del nuovo ponte prevista il 18 dicembre 2010 pubblicammo un conto alla rovescia per fare in modo che i tempi venissero rispettati. Fu una battaglia vinta, in cui le istituzioni unirono le forze per fare in modo che il collegamento fosse ripristinato al più presto”.
Tra le testimonianze previste nella trasmissione c’è anche quella del caposervizio di Libertà Giorgio Lambri: “Trovai paradossale il rinfresco organizzato da Anas per presentare il progetto del nuovo ponte. Stavano semplicemente ponendo rimedio a qualcosa che non sarebbe dovuto accadere”.
Del processo si occupò il giornalista de Il Cittadino di Lodi Carlo Catena che ripercorrerà le varie udienze che portarono all'assoluzione dei cinque dirigenti Anas rinviati a giudizio. Un epilogo arrivato nel gennaio 2015, quasi sei anni dopo il crollo.
Gaetano Rizzuto, ex direttore Libertà 
Gaetano Rizzuto, ex direttore Libertà 
Carlo Catena, giornalista Il Cittadino di Lodi
Carlo Catena, giornalista Il Cittadino di Lodi
Giorgio Lambri, caposervizio Libertà 
Giorgio Lambri, caposervizio Libertà 
«La mia vita da quel giorno è cambiata, praticamente è andata a rotoli»: la testimonianza è quella di Antonio Rinaldi, ex macchinista delle ferrovie. Alle 12:30 del 30 aprile 2009 tornava dall’Auchan, quando all’improvviso la strada sparì e la sua auto precipitò nel vuoto.
Un'immagine scolpita nella sua mente come le urla del ragazzo finito con l’auto in acqua che chiedeva aiuto. Rinaldi fu ricoverato in ospedale a Codogno per 35 giorni e tra le altre, riportò fratture a due vertebre cervicali e due dorsali, lesioni allo sterno, 40 punti di sutura in testa. Dopo la convalescenza non riuscì più a tornare a lavorare come macchinista per problemi alla schiena, fu spostato in ufficio con ripercussioni sullo stipendio.
Nell’intervista che andrà in onda nella trasmissione Provincia Thriller, Rinaldi ripercorrerà tutti quei momenti, ma a distanza di 16 anni ci tiene a sottolineare un aspetto di stretta attualità, ovvero quello della salute mentale. «Quando ero in ospedale stavo male e quel malessere me lo porto ancora adesso. Sono stato io a chiedere di poter avere supporto psicologico. Mi misero a disposizione un professionista per alcune sedute, ma poi non riuscii più a fare alcuni colloqui perchè non potevo più permettermelo, invece sarebbe stato importante. Quel malessere me lo porto dentro ancora adesso, pensi che non sono più riuscito a versare una lacrima, nemmeno quando è morto mio padre».
Antonio Rinaldi, ferito nel crollo del ponte 
Antonio Rinaldi, ferito nel crollo del ponte 

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