Rinascita con il lavoro dopo le dipendenze: l'esperienza della cooperativa sociale San Giuseppe
La cooperativa ha ampliato il proprio raggio d’azione, includendo anche ex detenuti, studenti espulsi, tirocinanti del servizio civile e soggetti inseriti in percorsi di messa alla prova
Thomas Trenchi
April 30, 2025|36 giorni fa

"Mi sento libero e protetto". Per Fabrizio Danese, 60 anni, infilare cavi e saldare componenti all'interno del capannone della cooperativa sociale San Giuseppe di Piacenza non è solo un lavoro: è rinascita. Dopo una vita segnata da dipendenze e difficoltà, oggi Danese è uno dei protagonisti di questa realtà con sede a San Bonico, dove il lavoro artigianale diventa strumento di reinserimento e dignità.
Nata quattro anni fa come costola dell’associazione Oltre l’autismo, la cooperativa guidata da Mariagrazia Ballerini ha ampliato il proprio raggio d’azione, includendo non solo persone con disabilità, ma anche ex detenuti, studenti espulsi, tirocinanti del servizio civile e soggetti inseriti in percorsi di messa alla prova. Ogni giorno, nel laboratorio, si assemblano componenti elettriche, si confezionano spugne, si preparano panni e profumatori, coinvolgendo una ventina di persone con esperienze molto diverse. "Per la prima volta ho un contratto vero e proprio. A sessant’anni non era scontato", spiega Danese, che ora affianca anche i ragazzi autistici. "All’inizio non è stato facile, ma ho imparato tanto da loro. Qui si lavora, ma prima di tutto si dà attenzione al benessere delle persone".
Il modello funziona, tanto che è in arrivo un nuovo capannone: "Stiamo per inaugurare un secondo spazio produttivo per rispondere alla crescente domanda", annuncia la presidente Ballerini. "Accogliamo ogni tipo di fragilità che abbia bisogno di un’occasione. E rivolgiamo un appello alle aziende: affidateci piccole commesse. Il sostegno dei privati è essenziale per dare continuità e opportunità".