Ho visto il prossimo Studio Ghibli, si chiama Cartoon Saloon
Redazione Online
April 30, 2021|1561 giorni fa

Questo ulteriore riconoscimento al colosso americano appare ulteriormente immeritato di fronte a un altro candidato, il notevolissimo “Wolfwalkers”, super premiata produzione irlandese acquistata dalla Apple e disponibile su Apple Tv.
Il film è un’opera d’arte dello studio Cartoon Saloon (ricordatevi questo nome, tra qualche anno sarà famoso come lo Studio Ghibli di Hayao Miyazaki), diretto da uno dei fondatori Tomm Moore, che è anche animatore e sceneggiatore. Moore ha realizzato altri due lungometraggi animati, “The secret of Kells”, ambientato in un’abbazia e incentrato su un magico manoscritto miniato (2009), “Song of the sea” (disponibile su Chili), che ha come protagonista una creatura mitologica, una selkie, in questo caso una bambina che può tramutarsi in una foca, (2014), entrambi candidati all’Oscar come Miglior Film d’Animazione nel 2010 (quando ha vinto “Up”) e nel 2015 (quando ha vinto “Big Hero 6”) e con “Wolfwalkers” conclude una sorta di trilogia ideale sui miti irlandesi.
Film che sembrano libri illustrati da sfogliare, dove forma e contenuto viaggiano insieme: ambientato in una Kilkenny del 17secolo, “Wolfwalkers” racconta una storia che celebra identità, libertà e rispetto del diverso attraverso due bambine, Mebh che vive nella foresta con sua madre e con i lupi, e Robyn che abita in città con suo padre, cacciatore inglese che lavora per il Lord Protettore della città, ispirato a Oliver Cromwell.
Film che sembrano libri illustrati da sfogliare, dove forma e contenuto viaggiano insieme: ambientato in una Kilkenny del 17secolo, “Wolfwalkers” racconta una storia che celebra identità, libertà e rispetto del diverso attraverso due bambine, Mebh che vive nella foresta con sua madre e con i lupi, e Robyn che abita in città con suo padre, cacciatore inglese che lavora per il Lord Protettore della città, ispirato a Oliver Cromwell.
Niente CGI da queste parti, ma tavole disegnate a mano dove i disegnatori fanno volare i loro personaggi bidimensionali su sfondi raffinati composti con la precisione di un quadro. Ombre decise, colori forti, e una regia mossa e sorprendente che sottolinea le parti “action” attraverso soggettive e meravigliosi split screen.
Un storia di scontro sociale, inglesi contro irlandesi, regole contro libertà, la città blindata, grigia e spigolosa contro la foresta morbida, colorata e abitata da lupi e creature magiche metà umane e metà, uomini contro animali, tutto composto con cura e attenzione per raccontare la possibilità del cambiamento, di sguardo, di spazio, di forma, di formato.
Un storia di scontro sociale, inglesi contro irlandesi, regole contro libertà, la città blindata, grigia e spigolosa contro la foresta morbida, colorata e abitata da lupi e creature magiche metà umane e metà, uomini contro animali, tutto composto con cura e attenzione per raccontare la possibilità del cambiamento, di sguardo, di spazio, di forma, di formato.
Un artigianato di altissimo livello, come quello de “La bottega dei suicidi” di Patrice Leconte, di “Appuntamento a Belleville” di Sylvain Chomet, de “La grande invasione degli orsi in Sicilia” di Lorenzo Mattotti, di “Dilili a Parigi” di Michel Ocelot, tutti film che ho visto al cinema con un figlio o due, a seconda dell’età. E questo è un lavoro così visionario e potente che non so cosa darei per avere la possibilità di vederlo su un grande schermo con i miei figli, con i figli di tutti, a ululare alla luna.