XNL, folla di studenti per "L'ora di cinema" contro la discriminazione e il bullismo
Lezione speciale con il film "Il ragazzo dai pantaloni rosa" presentato dal critico Canova e dal produttore Proia
Barbara Belzini
April 22, 2025|46 giorni fa

La presentazione del film agli studenti © Libertà/Mauro Delpapa
In una mattinata promossa da XNL Cinema in collaborazione con Pride Piacenza e Arcigay, all’interno del progetto “L’ora di Cinema” gestito da Fondazione Fare Cinema e finanziato da Mim e Mic, a XNL è stato proiettato “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, il film di Margherita Ferri che ha scosso le coscienze del paese.
Tratto dalla storia vera del quindicenne Andrea Spezzacatena, che nel 2012 si è suicidato dopo essere stato oggetto di bullismo e cyberbullismo da parte dei compagni di scuola, il film è stato un grande successo critico e commerciale, che ha portato al cinema oltre 500.000 spettatori, tra i quali tantissimi ragazzi e insegnanti, all’interno di proiezioni organizzate per le scuole.

All’evento, introdotto dalla direttrice di XNL Cinema Paola Pedrazzini e dal Vice Presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Mario Magnelli, hanno partecipato studenti e studentesse dall’Istituto Tramello-Cassinari e dal Liceo Respighi, oltre a diverse classi del Liceo Gioia collegate in streaming: dopo la proiezione, a dialogare con i ragazzi sono arrivati lo sceneggiatore e produttore del film Roberto Proia, il critico cinematografico Gianni Canova, l’assessora alle pari opportunità del Comune di Piacenza Serena Groppelli e il Presidente di Arcigay Piacenza Lambda Davide Bastoni.

“Il film racconta la storia tragica di un ragazzo che ha subito attacchi omofobici ma vale a trecentosessanta gradi per ogni diversità – ha commentato Roberto Proia – Il messaggio è molto chiaro: quello che ognuno di noi può imparare e portare poi nella propria vita è che l’assassino di Andrea è stato il silenzio, non il bullismo. Voi avete un grande potere, che è quello di parlare, di aprirvi. Fin dalla presentazione al Giffoni Film Festival, quando con poche scene mostrate in anteprima abbiamo ascoltato tre ore di racconti di vissuti personali, abbiamo capito quanto ci fosse la necessità per ragazzi e ragazze della vostra età, di raccontare storie tenute segrete per vergogna o paura. Questa è una storia purtroppo drammaticamente comune che non porta sempre al suicidio ma lascia delle cicatrici: ecco, quello che vogliamo dire è che non c’è bisogno di avere queste cicatrici. Se assistete ad atti di bullismo o ne siete vittime, parlatene, se non con un genitore, con un adulto che possa essere un riferimento”.