Belinda Carlisle: «Il ritorno in scena delle Go-Go's lo devo a mio figlio»

Reduce da una performance che ha stregato il pubblico al Coachella Festival, la cantante si racconta con grande sincerità

Eleonora Bagarotti
Eleonora Bagarotti
May 15, 2025|20 giorni fa
Belinda Carlisle: «Il ritorno in scena delle Go-Go's lo devo a mio figlio»
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Non è mai stata tanto in forma, Belinda Carlisle. La sua performance con le Go-Go’s al recente Coachella Festival è balzata subito alla ribalta delle cronache. Magrissima, come forse non era mai stata in gioventù, largo gonnellone fiorito e maglione attillato di lamé argento, è stata praticamente l’ape regina di tutta la manifestazione.
Non di meno le Go-Go’s, la cui reunion ha mandato in visibilio i fan. «C’è un aspetto che non mi aspettavo e che ci fa molto piacere - esordisce Carlisle, che si trova a Londra per rilasciare una serie di interviste -. I giovani hanno scoperto le Go-Go’s, quindi ai nostri concerti riconosciamo sia un pubblico che ci segue da sempre, o che comunque conosce i nostri successi da quando li abbiamo pubblicati, sia una schiera di giovanissimi. Tra loro, moltissime ragazze. Questo ci riempie di orgoglio».
Orgoglio meritatissimo sin dall’inizio della vostra carriera: siete state il primo gruppo femminile autonomo... come avete rotto il soffitto di cristallo?
«Non è stato un piano che abbiamo predisposto. Venivamo dalla scena underground. Io stessa mi esibivo con uno stile molto garage punk e prima ho fatto parte di un gruppo chiamato The Germs. Ci esibivamo nei club di Los Angeles, davanti a un pubblico fumoso, casinista e per molti aspetti poco raccomandabile, ma sempre molto attento ed esigente».
Sembra esser stata una bella gavetta.
«Lo è stata. E, dico sul serio, non essere “edulcorate” ma abituate a difficoltà di ogni genere, ci è servito molto. Del resto, chi ha iniziato a notarci lo ha fatto perché eravamo toste. E parlo di Miles Copeland, il primo a credere in noi».
Le Go-Go's ad inizio carriera
Le Go-Go's ad inizio carriera
A colpire c’era anche il fattore bellezza, l’insieme di donne molto diverse che emanavano un fascino molto “Sunset Boulevard”.
«Sono d’accordo con questa definizione, anche se non mi sono mai sentita bella, soprattutto da ragazza. Ma il Sunset Boulevard era praticamente la nostra casa, una casa piuttosto lunga... fummo scoperte lì, nei locali più importanti di Los Angeles. Non ci aspettavamo la fama che poi è arrivata. Volevamo solo suonare per poter avere tanti fidanzati!».
Ci siete riuscite?
«Gli anni Ottanta sono stati un decennio fantastico, molto confuso e di cui non ricordo le facce... (ride, ndr) quindi, direi proprio di sì!»
Il grande successo arriva sin dall’album di debutto. E a seguire.
«“Beauty and the Beat”, così come “Vacation”, anche se è diverso, era tutta farina del nostro sacco. Le canzoni venivano scritte e interpretate inserendovi un mix di tutti i generi che amavamo. Spesso ripenso a come eravamo... il nostro è stato un incontro magico e non saprei spiegarne le ragioni, è stato così e basta. Anche se negli anni ci siamo perse... e poi ritrovate, come a Coachella».
Lei vanta anche una carriera solista di successo.
«Sì ed è stata una sfida e una fortuna, non tutti riescono ad avere un successo parallelo a quello avuto in un gruppo. Ma, a dire il vero, non ci pensavo. A un certo punto, volevo solo seguire l’esigenza di percorrere un percorso tutto mio».
Nella sua autobiografia ha raccontato i suoi problemi con alcol, droghe, bulimia e anoressia. Oggi la trovo benissimo. Come sta?
«Sto bene, sì. Ho superato quei problemi nel momento in cui mi sono resa conto che stavano uccidendomi. La forza l’ho ricevuta da mio marito, un uomo eccezionale (Belinda è sposata con lo stesso uomo da 39 anni, ndr). E anche se io e il cibo non andiamo sempre d’accordo, lo yoga, il pilates e una vita sana aiutano. Ma, soprattutto, mi ha aiutato la mia famiglia. A loro devo tutto, anche il ritorno delle Go-Go’s. Mio figlio ci ha rimesse in contatto e mi ha detto: "Mamma, ma perché non tornate in scena?". A lui non so dire di no».

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