Pagare per giocare? «Si sa da anni»
Il servizio tv delle Iene su Salvatore Bagni non sorprende gli esperti piacentini: «La colpa è dell’ambizione dei genitori»
Redazione Online
May 15, 2025|21 giorni fa

Ha scatenato un putiferio il servizio della trasmissione di Italia 1 “Le Iene” con protagonista Salvatore Bagni. Stando alle riprese, pare proprio che l’ex calciatore, oggi consulente di molte società sportive, avesse promesso di poter piazzare un giocatore mai visto in una squadra professionistica, dietro il pagamento di 30mila euro per sé e 20mila per la società o un suo dirigente.
A Piacenza, tra gli addetti ai lavori, c’è indignazione, ma non sorpresa.
Addirittura a Daniele Moretti, ex gloria del Piace in Serie A e attuale responsabile dell’Academy di Quarto che porta il suo nome, scappa un sorriso amaro: « Non ce lo dovevano certo dire Le Iene - commenta - purtroppo sono cose che succedono da sempre, naturalmente in quelle realtà che lavorano in un certo modo. I dirigenti che accettano soldi sbagliano, ma la vera colpa di quei genitori che cercano scorciatoie che non vanno bene per portare i figli qualche anno in una Primavera o in una realtà di un certo livello. Chiuse quelle stagioni, dovrebbero però acquistare delle intere società per farli arrivare in alto o restare almeno in Serie C…».
A Piacenza, tra gli addetti ai lavori, c’è indignazione, ma non sorpresa.
Addirittura a Daniele Moretti, ex gloria del Piace in Serie A e attuale responsabile dell’Academy di Quarto che porta il suo nome, scappa un sorriso amaro: « Non ce lo dovevano certo dire Le Iene - commenta - purtroppo sono cose che succedono da sempre, naturalmente in quelle realtà che lavorano in un certo modo. I dirigenti che accettano soldi sbagliano, ma la vera colpa di quei genitori che cercano scorciatoie che non vanno bene per portare i figli qualche anno in una Primavera o in una realtà di un certo livello. Chiuse quelle stagioni, dovrebbero però acquistare delle intere società per farli arrivare in alto o restare almeno in Serie C…».
Pulmini e sponsor
Pratiche squallide, che proprio nei settori giovanile sembrano trovare terreno fertile. E non c’è bisogno di una busta contenente denaro (quello delle Iene peraltro era chiaramente finto...), anzi. Il papà di un ragazzo tuttora in attività, passato da una Primavera professionistica (non piacentina), svela altri metodi a quanto pare in voga da anni per aiutare la carriera del proprio “campione”: «Alla fine di una stagione - dice chiedendo di restare anonimo per non coinvolgere il figlio - abbiamo scoperto che per le trasferte della squadra erano stati utilizzati pulmini pagati di tasca proprio da un genitore. È stato inevitabile fare il collegamento con il fatto che questo ragazzo fosse quasi sempre titolare nonostante le prestazioni non propriamente esaltanti».
Ma anche nel calcio provinciale, non mancano gli esempi negativi: « Non nascondiamoci dietro un dito - aggiunge - ci sono genitori che con la propria ditta fanno da sponsor alla società in cui gioca il figlio. Niente di male, anzi, in molti casi sono soldi che servono per garantire il proseguimento dell’attività. Ma purtroppo a volte c’è dietro dell’altro e la meritocrazia passa in secondo piano. Credo sia frustrante per tutti, in primis per i giovani coinvolti».
Ma anche nel calcio provinciale, non mancano gli esempi negativi: « Non nascondiamoci dietro un dito - aggiunge - ci sono genitori che con la propria ditta fanno da sponsor alla società in cui gioca il figlio. Niente di male, anzi, in molti casi sono soldi che servono per garantire il proseguimento dell’attività. Ma purtroppo a volte c’è dietro dell’altro e la meritocrazia passa in secondo piano. Credo sia frustrante per tutti, in primis per i giovani coinvolti».